lunedì 1 agosto 2011

gara: gf Charly Gaul 2011

Gf che molto mi spaventava alla vigilia con i suoi 3600m di dislivello e  144km, due volte il Bondone da salire, salite non facili di oltre 20km.
Mi sveglio di buon ora alle 4.30, solita colazione pro-fat, per essere pronto all'appuntamento con il Cugno alle 5. Ovvio che a quell’ora il traffico è inesistenze e cosi alle 6.30 siamo già a Trento per il ritiro pacco gara. Numeri altissimi e quindi partenza nelle retrovie, per me 3° griglia dal 700 al 1200, il Cugno iscritto dell’ultima ora addirittura nella quarta e ultima griglia.

Ci prepariamo con calma ma non troppa, così all'apertura delle griglie prevista per le 7.30 ma avvenuta con qlc minuto di ritardo, siamo già li ad attendere in prima linea. Tra l'altro nell'attesa scorgo confuso tra gli addetti con il suo bel addome prominente, l’ex buon prof Mariano Piccoli, trentino doc, maglia verde e ciclamino al giro d'Italia una decina di stagione fa o forse qualcuna in più.
Mi posiziono in prima fila, parcheggio la bici sulla transenna e mi concedo una sosta al bar per un caffè e altro .... dove trovo anche Cunico, rimesso a nuovo e tiratissimo come non mai nonostante la rottura del femore di metà maggio; tra l’altro mi invita a fargli da gregario al Giro del Trentino di metà agosto, non ricordardando, forse, che quando mi va bene (come ieri) al traguardo mi rifila soltanto una ventina di minuti.
In attesa del via, dato con qualche minuto di ritardo per esigenze televisive, diretta di 3 ore su raisport2, lo speaker inizia le interviste di rito ai molti “vip” presenti. Dell’universo delle due ruote due ex campioni anche loro visibilmente ingrassati (....aridaje!!!): Claudio Chiappucci e naturalmente Gibo Simoni che in quanto facente parte dello staff organizzativo non poteva certo mancare. Tra il gruppo anche molti altri big di altre discipline sportive: Kristian Ghedina e gli olimpionici Cristian Zorzi, Antonio Rossi, Jury Chechi e Stefano Baldini.
Finalmente ordinatamente (o quasi) dietro macchina si parte ... usciamo dal centro storico di Trento in direzione nord, dirigendoci verso la piana Rotaliana ... cerco subito di guadagnare posizioni, ma tra le viuzze della città non è semplice districarsi ... con un po' di fortuna riesco comunque a trovare lo spiraglio giusto passando sul marciapiede e in un batter di ciglia mi ritrovo inaspettatamente davanti.
L’auto apri pista ci lascia e iniziano le danze: l'andatura del gruppo si fa iper-veloce e credetemi che tra curve secche e rotonde non è un bel andare, il rischio di incappare in qualche caduta è sempre altissimo ... davanti ne ho assistite ad un paio che fortunosamente sono riuscito a schivare. Dopo 50km di -agilizzazione- siamo di nuovo a Trento, guardo il computerino e segna 1h e qualche minuto, il che significa media prossima ai 50km/h!
Finalmente si scende verso Aldeno dove inizia la prima scalata al Monte Bondone: primi 3 km fino a una galleria tosti, sempre sopra al 10%, poi la pendenza cala decisamente culminando in un lungo falsopiano all’altezza di Garniga Terme, siamo circa a metà scalata. Poi ci si immerge nel bosco, la strada si restringe e le pendenze rimangono costantemente sul 10% fino all'uscita dal bosco a circa 2 km ai 1563m di Viote.
Inizio la salita non proprio nelle primissime posizioni, ma quel che più al momento conta è che sento delle ottime sensazioni, nonostante ciò preferisco comunque salire con riserva dando sempre un occhiata al cardio (range stabilito tra i 160-165bpm) per non rischiare di esplodere. Davanti come al solito tutti partono a bomba; ma a parte i primisssimi, gli altri non guadagnano più di tanto, anzi come mi aspettavo dopo un paio di km di pendenze severe inesorabilmente le distanze si accorciano e già prima della galleria raggiungo gli avversari che alla vigilia avevo cerchiato in rosso. Mi metto in posizione di controllo nelle prime posizioni del gruppetto, che man mano che si sale continua a perdere pezzi ... percepisco che potrei accelerare quando voglio, ma la scalata è lunga e l'andatura non è poi così malaccio visto che continuiamo ad accorciare su quelli che ci precedono.
Concludiamo la prima parte di scalata ed inizia il falsopiano dove scorgiamo un gruppettino che naturalmente non possiamo non mettere nel mirino ... l'andatura cambia bruscamente e in poche pedalate ci portiamo sotto. Passiamo un cartello che indica 12km al Monte Bondone, tanti, ma io sono super concentrato e motivato e la segnalazione certo non mi scoraggia, anzi, al contrario mi da ulteriore forza: penso che più è lunga e più avvanzerò!!!! Alla ruota di un energumeno con gambe da palestrato, continuiamo a risalire posizioni, ma ai -5 km ha un improvviso cedimento e così decido di rompere definitivamente gli indugi e salire con il mio passo ... subito mi avvantaggio su gli altri e come Pantani ai tempi d'oro recupero facilmente altri corridori.
Alla deviazione medio-lungo siamo in 4 e tutti vai a capire il perchè optiamo per la soluzione più difficile. Inizia la discesa, amplissima e bellissima, difficoltà pari allo zero assoluto, dove veniamo raggiunti da un drappello di 7 corridori ... inizialmente ciò un po’ mi scoccia, ma con il senno di poi devo dire che è stato un vantaggio: prima di affrontare nuovamente il Bondone via Cadine ci sono ancora una trentina di km, suggestivi quanto si vuole (Valle dei Laghi), ma decisamente tosti, con alcuni strappi in particolare l’ultimo con pendenze a due cifre che mi hanno fatto soffrire non poco. Proseguiamo con buona andatura nonostante che un po' tutti cerchino di centellinare le forze, alcuni proprio palesemente.
Arriviamo finalmente a Cadine dove inizia la seconda scalata al Bondone, questa volta dal versante Candriai – Vason. Uno rompe subito gli indugi e se ne va con un rapportino da far invidia ad Armstrong, altri 3 riesco a tenerli sempre a vista, il resto sembra abbiano tirato definitivamente i remi in barca. La scalata è lunga e raramente la pendenze lasciano respiro, così per quanto possibile cerco di gestirmi senza fare inutili fuori giri per rincorrere uno o l’altro. Mi aggancio ad un ottima ruota che di rapporto fa un andatura decisamente buona e che mi scorta fino a Candriai ovvero più o meno a metà salita, dove ci raggiunge Armstrong 2, che frullando a mille sui pedali riesce a fare una velocità decisamente superiore. Sposto così la mia attenzione su quest’ultimo, lo tengo fino ai -4 km dalla vetta, poi lo lascio andare, non perchè fossi in crisi ma lui andava decisamente di più ... ciò nonostante mantengo una velocità ampiamente sufficiente per raggiungere qualche superstite che nel loro calvario cercano oramai solo di trascinare la bici al di la dell'ultimo tapettino. Passo il cartello dei -3 km, ma la gioia di ciò è ampiamente compensata dalle pendenze che non danno tregua, comunque mi aiuta a non demordere il fatto di aver messo un paio di avversari nel mirino ... qualcosina di metro in metro riesco a guadagnare su di loro, ma evidentemente siamo tutti e tre con le stesse forze e cosi mi devo accontentare ... anche se probabilmente con altri 200mt di salita almeno uno avrei potuto beffarlo!!!
Ma va bene così, ottime sensazioni e risultato, 35°, che con una start list di questo livello mi soddisfa. Anche il mio crono 4:51 è decisamente buono, in considerazione anche del fatto, che i tempi si sono dilatati  di parecchio rispetto l'edizione 2010, evidentemente il percorso è stato allungato di più di un paio di km oppure è stato modificato il tratto tra le due scalate. A conferma di ciò basta considerare che a parte il vincitore Cavalli che ha impiegato 4:23, più o meno il tempo di Becconcini dell’anno scorso, solo 48 sono rientrati nelle 5 ore, mentre nel 2010 ben 82!. La prima delle donne, la Rinaldi ha impiegato 5:05 (55°ass.), la Baldini seconda al traguardo addirittura in 5:13 (85°ass.). Nel 2010, Luperini 4:51 (46°ass.), terza la Baldini con 5:00 (79°ass.).
Ricarico carbo, anche se non fatta a puntino come si dovrebbe, ha dato i suoi frutti ... in gara ho comunque sempre mangiucchiato: 3 barrette (una mezz’ora prima di partire, un’altra dopo un ora, l’ultima prima della scalata finale) , 3 gel, l’ultimo di soli zuccheri nella salita conclusiva, più un paio di bicchieri di coca ai ristori.
Organizzazione ottima, ben 11 ristori sparsi nel lungo, strade presidiate, tifo da stadio in alcuni punti del percorso. Ottima anche la location del Monte Bondone: ampi gli spazi, ma tutto a portata di  mano, anche se il ritorno a Trento con mezzi propri può creare qualche disagio, specie con meteo dispettoso, non è comunque il caso di ieri.
Vari i “vip” che ho incontrato all’arrivo: alle docce mi ritrovo davanti Riccardo Riccò (sembra un ragazzino), poi avvisto anche il Diablo Chiappucci a cui non potevo fare a meno di stringere la mano e congratularmi con lui per la sua ottima carriera e soprattutto per il suo modo di correre sempre allo sbaraglio. Lui apprezza annuendo con la testa e rilancia con una battuta che la dice lunga sul suo temperamento agonistico: - pensa che ho vinto una S.Sebastian anch’io –.
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