Gf Cassani
118k 3h30min Vm 33,7km/h
Eccomi qui a commentare la prima gf stagionale. Iniziamo dall'uscita pregara: 2 orette e 15 fatte come si deve, in cui riesco ad inserire anche mezz'oretta di agilizzazione, anche se nonostante l'agilizzazione alla sera sento le gambe non brillantissime. Vado a letto alle 21, ma nonostante l'orario da galline non ho particolari problemi ad addormentarmi e anche la nottata passa via abbastanza liscia: qualche riveglio ma subito mi appisolo senza grossi problemi. Ore 4.50 suona la sveglia, mi alzo senza difficoltà anche se con le gambe ancora indolenzite. Colazione fat abbastanza leggera e alle 5.30 sono in macchina in compagnia (solo) della radio. Prima però un attento sguardo al cielo che nonostante le previsioni meteo sembra tenere: evidentemente Giove Pluvio domenica si è preso un giorno di riposo. Non c'è traffico e arrivo a Faenza con il giusto anticipo alle 7.45, ho cosi tutto il tempo (per fortuna) per effettuare due abbondanti scarichi...alla sera avevo esagerato con la verdura cruda: nonostante la consapevolezza che il consumo di fibre nel pregara deve essere ridotto al minimo.
La cronaca:
Entro in griglia con 40 min di anticipo (seconda griglia 200-800). Mi assesto sulla sinistra dell'ampia piazza di Faenza in una posizione che solo apparentemente può sembrare buona, ma la griglia è talmente larga e siamo talmente vicini che subito devo ricredermi. Nell'attesa lo speaker d'eccezione, non ricordo il nome ma è lo speaker ufficiale di molte gare dei prof., tra un intervista e l'altra (Bartoli, Checchi,...) annuncia che il lungo verrà accorciato di una ventina di km a causa di una frana sul Monte Albano, quindi non più 150km ma solo 125km, in realtà alla fine saranno 118k.
Si parte con lo speaker che viene colto un po alla sprovvista, probabilmente non è stato avvisato. Anzi, partono! Perchè avanzano a destra, avanzano al centro, lato sinistro fermo! Il tempo scorre e iniziano a passare anche quelli della griglia oltre gli 800. Finalmente dopo un tempo che al momento sembra interminabile riesco ad agganciare le scarpette e partire.
Ho la sensazione alle prime pedalate che le gambe non rispongono come dovrebbero in più si aggiunge il riacutizzarsi di un vecchio dolore al quadricipite della gamba sinistra, dolore che spesso riappare proprio nelle partenze veloci senza un adeguato riscaldamento; a questo problema le soluzioni sono due e contrapposte: effettuo un buon riscaldamento a scapito di una buona posizione in griglia, entro in griglia presto con il rischio che il dolore ritorni ... un caso da ispettore Zenigata.
Nei primi chilometri, si avanza tra curve contro curve, rotonde, marciapiedi, rallentatori, insomma tipici ostacoli di una partenza in Città. Tutto questo non aiuta il mio recupero e infatti con l'occasione di un lungo rettilineo mi accorgo che i primi sono già piuttosto distanti, oltre che della presenza di qualche buco. Si prosegue su strada collinare non molto larga e anche qui a causa di numerosi restringimenti e alcune forature (strade veramente pessime, specie le discese) è tutto un continuo tira e molla. Arrivo ai piedi del Monte Chioda ancora piuttosto indietro.
La gamba comunque fortunatamente sembra andare meglio e a metà salita agguanto almeno il gruppo della Bandini. Salgo con loro. La salita a panettone (le pendenze più dure nella prima parte) e il fiato corto per lo sforzo iniziale, non mi permettono di avanzare ancora.
Dopo un lungo falsopiano inizia la discesa, da prendere con le pinze perchè in alcuni punti umidiccia. L'affronto con un po' di timore dovuto anche al fatto di aver i tubolari troppo gonfi. Inizio anche a pagare la colazione leggera del mattino e giunti a valle sento già il bisogno di rabboccare con degli zuccheri.
Terminata la discesa dopo solo qualche centinaio di metri si ritorna a salira verso S.Maria in Castello. Sono gli uomini delle due donne presenti nel gruppetto a scandire il ritmo: la veterana Bandini e la a me sconosciuta Gentili, probabilmente altra ex prof prestata agli amatori. Siamo una trentina e la strada piuttosto stretta fa si che si salga uno attaccato all'altro: ciò un po' mi infastidisce, tantè che appena possibile avanzo nelle posizioni di testa. A mio avviso il voler stare nelle prime posizioni del gruppo è anche una questione psicologica: mi aiuta a rimanere concentrato sulla corsa e a sentirmi nel mio piccolo protagonista.
Lungo la lunga discesa che finisce proprio al bivio dei due percorsi, il gruppo si infoltisce. Per il lungo giriamo circa una trentina. Iniziano una serie di mangia e bevi nell'ultino dei quali mi ritrovo davanti. Lo affronto con il padellone, allo scollinamento mi volto e (senza volerlo) ho spezzato il gruppo. Pochi metri ancora e inizia la terza salita a dire dei miei compagni di fatiche piuttosto impegnativa. Si salgono le prime rampe e subito due alzano il ritmo e si avvantaggiano, anch'io guadagno un po' di margine. La gamba sta bene, ma conoscendo il percorso sono certo del fatto che non c'è spazio per le fughe di pochi uomini, decido così di rifiatare ed attendere che mi raggiungono. Decisione giusta visto che dopo chilometri vengono ripresi.
Discesa e inizia l'ultima e inedita salita che sostituisce il Monte Albano. La prendo davanti con l'idea di controllare e gestirmi, non c'è spazio per le fughe, troppa pianura all'arrivo. A sconvolgere i miei piani, c'è però l'arrivo della Bandini e i suoi gregari. La salita è corta (2km) ma davvero tosta e il ritmo imposto è davvero forte, tant'è che allo scollinamento rimaniamo in 5. A posteriori posso dire che aver montato il 39x23 è stato un po' un rischio, e se la gamba non girava come doveva? Tutta colpa delle informazioni date da Cassani che a sua scusante non poteva sapere che il percorso sarebbe stato modificato.
Arriviamo allo scollinamento e come al solito non c'è subito discesa, ma una serie di su e giù che affrontati con i muscoli che già bruciano e a tutta, sono stati a dir poco perfidi. La discesa è stretta e impegnativa, insomma da specialisti. Sento di aver acquisito la mia solita sicurezza, e appena posso mi porto davanti e impongo le mie traettorie alla Savoldelli. Giunto a valle con un po' di vantaggio gli aspetto. La Bandini mi chiede di darle una mano, gli è giunta voce che poco davanti c'era un gruppetto di una quindicina di persone. Sinceramente io non l'avevo visto, ma a quanto pare lei alle gare è collegata con radio corsa.
Nonostante dentro di me nutrivo forti dubbi che la semi-fuga andasse in porto, sto agli ordini, e spronati dalla capitana (che si mantiene rogorosamente a ruota) raggiungiamo i quindici. Poco dopo purtroppo come già tutto previsto ci raggiunge scortata dai suoi fidi gregari la Gentili. A questo punto siamo circa una trentina e manca ancora una ventina di km su percorso collinare.
All'arrivo ho voglia di fare la mia volata, ma per non intralciare le due prime donne, una serie di situazioni mi impongono di affrontare nelle retrovie l'ultima rotonda prima del traguardo.
All'arrivo sono comunque contento e sereno, convinto dentro di me di aver fatto una buona prestazione: un buon recupero dopo la partenza ad handicap.
Vado a fare una ventina di km di scarico, mi cambio e parto verso casa saltando il pasta party e senza guardare le classifiche.
Mai scelta fu più sbagliata, guardo le classifiche online e mi accorgo che non sono stato inserito!! Boh! Forse è il chip che non ha funzionato...non lo so.
Comunque circa 45°ass.
Ora mi aspetta Cervia l'11 aprile.
Eccomi qui a commentare la prima gf stagionale. Iniziamo dall'uscita pregara: 2 orette e 15 fatte come si deve, in cui riesco ad inserire anche mezz'oretta di agilizzazione, anche se nonostante l'agilizzazione alla sera sento le gambe non brillantissime. Vado a letto alle 21, ma nonostante l'orario da galline non ho particolari problemi ad addormentarmi e anche la nottata passa via abbastanza liscia: qualche riveglio ma subito mi appisolo senza grossi problemi. Ore 4.50 suona la sveglia, mi alzo senza difficoltà anche se con le gambe ancora indolenzite. Colazione fat abbastanza leggera e alle 5.30 sono in macchina in compagnia (solo) della radio. Prima però un attento sguardo al cielo che nonostante le previsioni meteo sembra tenere: evidentemente Giove Pluvio domenica si è preso un giorno di riposo. Non c'è traffico e arrivo a Faenza con il giusto anticipo alle 7.45, ho cosi tutto il tempo (per fortuna) per effettuare due abbondanti scarichi...alla sera avevo esagerato con la verdura cruda: nonostante la consapevolezza che il consumo di fibre nel pregara deve essere ridotto al minimo.
La cronaca:
Entro in griglia con 40 min di anticipo (seconda griglia 200-800). Mi assesto sulla sinistra dell'ampia piazza di Faenza in una posizione che solo apparentemente può sembrare buona, ma la griglia è talmente larga e siamo talmente vicini che subito devo ricredermi. Nell'attesa lo speaker d'eccezione, non ricordo il nome ma è lo speaker ufficiale di molte gare dei prof., tra un intervista e l'altra (Bartoli, Checchi,...) annuncia che il lungo verrà accorciato di una ventina di km a causa di una frana sul Monte Albano, quindi non più 150km ma solo 125km, in realtà alla fine saranno 118k.
Si parte con lo speaker che viene colto un po alla sprovvista, probabilmente non è stato avvisato. Anzi, partono! Perchè avanzano a destra, avanzano al centro, lato sinistro fermo! Il tempo scorre e iniziano a passare anche quelli della griglia oltre gli 800. Finalmente dopo un tempo che al momento sembra interminabile riesco ad agganciare le scarpette e partire.
Ho la sensazione alle prime pedalate che le gambe non rispongono come dovrebbero in più si aggiunge il riacutizzarsi di un vecchio dolore al quadricipite della gamba sinistra, dolore che spesso riappare proprio nelle partenze veloci senza un adeguato riscaldamento; a questo problema le soluzioni sono due e contrapposte: effettuo un buon riscaldamento a scapito di una buona posizione in griglia, entro in griglia presto con il rischio che il dolore ritorni ... un caso da ispettore Zenigata.
Nei primi chilometri, si avanza tra curve contro curve, rotonde, marciapiedi, rallentatori, insomma tipici ostacoli di una partenza in Città. Tutto questo non aiuta il mio recupero e infatti con l'occasione di un lungo rettilineo mi accorgo che i primi sono già piuttosto distanti, oltre che della presenza di qualche buco. Si prosegue su strada collinare non molto larga e anche qui a causa di numerosi restringimenti e alcune forature (strade veramente pessime, specie le discese) è tutto un continuo tira e molla. Arrivo ai piedi del Monte Chioda ancora piuttosto indietro.
La gamba comunque fortunatamente sembra andare meglio e a metà salita agguanto almeno il gruppo della Bandini. Salgo con loro. La salita a panettone (le pendenze più dure nella prima parte) e il fiato corto per lo sforzo iniziale, non mi permettono di avanzare ancora.
Dopo un lungo falsopiano inizia la discesa, da prendere con le pinze perchè in alcuni punti umidiccia. L'affronto con un po' di timore dovuto anche al fatto di aver i tubolari troppo gonfi. Inizio anche a pagare la colazione leggera del mattino e giunti a valle sento già il bisogno di rabboccare con degli zuccheri.
Terminata la discesa dopo solo qualche centinaio di metri si ritorna a salira verso S.Maria in Castello. Sono gli uomini delle due donne presenti nel gruppetto a scandire il ritmo: la veterana Bandini e la a me sconosciuta Gentili, probabilmente altra ex prof prestata agli amatori. Siamo una trentina e la strada piuttosto stretta fa si che si salga uno attaccato all'altro: ciò un po' mi infastidisce, tantè che appena possibile avanzo nelle posizioni di testa. A mio avviso il voler stare nelle prime posizioni del gruppo è anche una questione psicologica: mi aiuta a rimanere concentrato sulla corsa e a sentirmi nel mio piccolo protagonista.
Lungo la lunga discesa che finisce proprio al bivio dei due percorsi, il gruppo si infoltisce. Per il lungo giriamo circa una trentina. Iniziano una serie di mangia e bevi nell'ultino dei quali mi ritrovo davanti. Lo affronto con il padellone, allo scollinamento mi volto e (senza volerlo) ho spezzato il gruppo. Pochi metri ancora e inizia la terza salita a dire dei miei compagni di fatiche piuttosto impegnativa. Si salgono le prime rampe e subito due alzano il ritmo e si avvantaggiano, anch'io guadagno un po' di margine. La gamba sta bene, ma conoscendo il percorso sono certo del fatto che non c'è spazio per le fughe di pochi uomini, decido così di rifiatare ed attendere che mi raggiungono. Decisione giusta visto che dopo chilometri vengono ripresi.
Discesa e inizia l'ultima e inedita salita che sostituisce il Monte Albano. La prendo davanti con l'idea di controllare e gestirmi, non c'è spazio per le fughe, troppa pianura all'arrivo. A sconvolgere i miei piani, c'è però l'arrivo della Bandini e i suoi gregari. La salita è corta (2km) ma davvero tosta e il ritmo imposto è davvero forte, tant'è che allo scollinamento rimaniamo in 5. A posteriori posso dire che aver montato il 39x23 è stato un po' un rischio, e se la gamba non girava come doveva? Tutta colpa delle informazioni date da Cassani che a sua scusante non poteva sapere che il percorso sarebbe stato modificato.
Arriviamo allo scollinamento e come al solito non c'è subito discesa, ma una serie di su e giù che affrontati con i muscoli che già bruciano e a tutta, sono stati a dir poco perfidi. La discesa è stretta e impegnativa, insomma da specialisti. Sento di aver acquisito la mia solita sicurezza, e appena posso mi porto davanti e impongo le mie traettorie alla Savoldelli. Giunto a valle con un po' di vantaggio gli aspetto. La Bandini mi chiede di darle una mano, gli è giunta voce che poco davanti c'era un gruppetto di una quindicina di persone. Sinceramente io non l'avevo visto, ma a quanto pare lei alle gare è collegata con radio corsa.
Nonostante dentro di me nutrivo forti dubbi che la semi-fuga andasse in porto, sto agli ordini, e spronati dalla capitana (che si mantiene rogorosamente a ruota) raggiungiamo i quindici. Poco dopo purtroppo come già tutto previsto ci raggiunge scortata dai suoi fidi gregari la Gentili. A questo punto siamo circa una trentina e manca ancora una ventina di km su percorso collinare.
All'arrivo ho voglia di fare la mia volata, ma per non intralciare le due prime donne, una serie di situazioni mi impongono di affrontare nelle retrovie l'ultima rotonda prima del traguardo.
All'arrivo sono comunque contento e sereno, convinto dentro di me di aver fatto una buona prestazione: un buon recupero dopo la partenza ad handicap.
Vado a fare una ventina di km di scarico, mi cambio e parto verso casa saltando il pasta party e senza guardare le classifiche.
Mai scelta fu più sbagliata, guardo le classifiche online e mi accorgo che non sono stato inserito!! Boh! Forse è il chip che non ha funzionato...non lo so.
Comunque circa 45°ass.
Ora mi aspetta Cervia l'11 aprile.
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1 commenti:
Quando manco io succede di tutto!
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