S.Stefano-Pianezze
Dopo la palestra e la sgambatina di agilizzazione in bdc di oggi, domani ho in previsione di salire a Pianezze in MTB.
La salita l'ho già percorsa 3-4 anni or sono, in una giornata di novembre stupenda.
Dal sito mtb-forum.it ho trovato le seguenti info.
Partiamo da San Pietro di Barbozza, scendiamo fino alle porte di Santo Stefano, da cui saliamo a sinistra per via Cimitero.
La prima parte di salita non dà un attimo di tregua, incuneandosi ripida tra stretti vicoli e rinomati vigneti per la produzione del vino Prosecco; successivamente, dopo il cimitero, la strada si fa sterrata e più agevole. Da qui alla vetta è una continua salita a tornanti tra boschi di carpini e castagni, dal fondo a tratti cementato e pendenze mai elevate; lungo l’ascesa si incontrano alcuni bivi nei quali continuiamo su cemento, in salita e ignorando il segnavia 1014. Giunti al Pian di Farnè (km.10) teniamo la sinistra affrontando un tratto pianeggiante prima di tornare a salire fino al laghetto e al capitello della località La Posa. Dalla chiesetta continuiamo in ripida salita su fondo cementato per un centinaio di metri, deviando poi a sinistra su sterrato affrontando l’ultima parte dell’erta. La mulattiera è ora agevole e, tagliando i pendii erbosi del colle, risale dolcemente alternando asfalto e sterrato. Superare la prime case del paese, con un’ultima rampa siamo a un incrocio: giriamo a destra e arriviamo al grande piazzale dove troviamo il Tempio al Donatore di Sangue.
Dalla fontana scendiamo a sinistra su asfalto fino alla strada principale, che attraversiamo imboccando il sentiero che ci permette di tagliare alcuni tornanti. Ritornati su asfalto, scendiamo per poche centinaia di metri fino al primo tornante, continuando dritti per via della Colonia.
Seguiamo ora la strada principale finché questa non inizia a scendere: su di un fondo che varia in continuazione (sassi, terra, cemento) perdiamo rapidamente quota serpeggiando tra boschi e prati; lungo la discesa incontriamo alcune deviazioni nelle quali seguiamo sempre la mulattiera principale che scende. Dopo i vigneti di Cargador lo sterrato lascia il posto all’asfalto che, superato l’abitato di Ron, conduce a un quadrivio; svoltando a sinistra passiamo sotto un ponte tornando rapidamente al punto di partenza.
L'itinerario può essere affrontato durante tutto l'arco dell'anno.
La salita l'ho già percorsa 3-4 anni or sono, in una giornata di novembre stupenda.
Dal sito mtb-forum.it ho trovato le seguenti info.
Partiamo da San Pietro di Barbozza, scendiamo fino alle porte di Santo Stefano, da cui saliamo a sinistra per via Cimitero.
La prima parte di salita non dà un attimo di tregua, incuneandosi ripida tra stretti vicoli e rinomati vigneti per la produzione del vino Prosecco; successivamente, dopo il cimitero, la strada si fa sterrata e più agevole. Da qui alla vetta è una continua salita a tornanti tra boschi di carpini e castagni, dal fondo a tratti cementato e pendenze mai elevate; lungo l’ascesa si incontrano alcuni bivi nei quali continuiamo su cemento, in salita e ignorando il segnavia 1014. Giunti al Pian di Farnè (km.10) teniamo la sinistra affrontando un tratto pianeggiante prima di tornare a salire fino al laghetto e al capitello della località La Posa. Dalla chiesetta continuiamo in ripida salita su fondo cementato per un centinaio di metri, deviando poi a sinistra su sterrato affrontando l’ultima parte dell’erta. La mulattiera è ora agevole e, tagliando i pendii erbosi del colle, risale dolcemente alternando asfalto e sterrato. Superare la prime case del paese, con un’ultima rampa siamo a un incrocio: giriamo a destra e arriviamo al grande piazzale dove troviamo il Tempio al Donatore di Sangue.
Dalla fontana scendiamo a sinistra su asfalto fino alla strada principale, che attraversiamo imboccando il sentiero che ci permette di tagliare alcuni tornanti. Ritornati su asfalto, scendiamo per poche centinaia di metri fino al primo tornante, continuando dritti per via della Colonia.
Seguiamo ora la strada principale finché questa non inizia a scendere: su di un fondo che varia in continuazione (sassi, terra, cemento) perdiamo rapidamente quota serpeggiando tra boschi e prati; lungo la discesa incontriamo alcune deviazioni nelle quali seguiamo sempre la mulattiera principale che scende. Dopo i vigneti di Cargador lo sterrato lascia il posto all’asfalto che, superato l’abitato di Ron, conduce a un quadrivio; svoltando a sinistra passiamo sotto un ponte tornando rapidamente al punto di partenza.
L'itinerario può essere affrontato durante tutto l'arco dell'anno.
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