martedì 17 gennaio 2012

cronaca di una mattinata "very ice"

… quella di domenica mattina, quando cinque valorosi guerrieri decidono di sfidare il freddo pungente per un girettone in mtb niente da ridere: Segusino – Monte Cesen e ovvio ritorno.
Iniziamo dalla sveglia, seven o'clock, decisamente troppo prematura per una domenica d'inverno che si prevede tra le più fredde dell'anno ... ed infatti mi risveglio con una pigrizia di fondo che quasi quasi mi consiglia di girarmi dall'altra parte e sogni d'oro … e no è! ... non voglio perdermi l’occasione di un buon giro in buona compagnia ... quindi ci si alza ... ci si veste e ... ci si avvia.


ATTO PRIMO
Esco, guardo il termometro: -4°C, la mia pigrizia si fa sempre più profonda ... stile che se arrivassi al punto di ritrovo al bivio e fossero già partiti potrei tornare ad arrotolarmi tra le calde coperte senza particolari sensi di colpi ... ma poi prende il sopravvento la disciplina e lo spirito di sacrificio, così inforco la mtb e via.
Arrivo al bivio che Cristiano, Cugno e Filippo, si sono già scolati la loro carica di caffeina e sono già pronti con entusiasmo (?) per partire.
Arriviamo a Segusino dove ci aspetta il guerriero, ovvero il re del freddo … del resto come lo potremo chiamare uno che esce per 3 ore in bdc nella giornata più gelida dell’ultimo decennio (-10°C).
Apro la porta del furgone e mi investe una ventatina gelida da polo nord davvero niente male,  tant’è che il guerriero ci dice convinto di aver visto i pinguini.
Primi 8 km di asfalto prima di arrivare allo sterrato della forcella Milies, con un Cristiano che dopo lo sgrassamento ha dimostrato doti da scalatore davvero interessanti. A me questi primi km sono serviti per cercare di trovare (a fatica) il giusto ritmo e superare la crisi di freddo specie alle mani ... infatti, pigramente e forse anche per non perdere le ruote, decido di non fermarmi a sostituire i guantini da fighetta (definizione del Guerriero) che mi sono messo.

ATTO SECONDO
Inizia lo sterrato. Cristiano ha i tubeless gonfiati a 6 e quindi deve fermarsi a sgonfiarli. Saliamo ognuno con il nostro passo ma i numerosi bivi sono per me sempre un’incognita … e cosi visto anche la poca voglia ad attendere al freddo disposizioni precise, mi improvviso navigatore. Salgo sempre più fino a che finalmente si fa spazio la luce del sole e poco dopo intravedo in lontananza sopra la montagna una malga, Malga Mariech? Boh ... sono un po’ perplesso e dubbioso ma comunque continuo a salire fino a che dopo una curva cieca la strada finisce … opsss … devo aver sbagliato qualcosa. Ritorno sui miei passi o quasi … caxo go sbaglia strada n’altra volta … ora sono su una casera (!?). Un po’ inizio a preoccuparmi anche se una volta sceso finalmente ritrovo la bussola … e più avanti al bivio dove prima avevo sbagliato, rincontro gli amigos.

ATTO TERZO
Inizia la discesa. Si potrebbe pensare che finalmente ci si riposa un po’ per l’ultimo dente finale … macché …  il sentiero a nord della montagna si imbuca in una fitta vegetazione: sole zero assoluto, fondo very very ice, e un freddo pazzesco … YUPPIIIIAYEEEEEE …tuffiamoci nella natura incontaminata!
Si scende su una lastra di ghiaccio … ho, anzi interpreto le sensazioni di tutti, abbiamo le mani ghiacciate, e certamente non molto sensibili come invece le condizioni stradali richiederebbero. Ognuno nel scendere ha la propria particolare tecnica, io addirittura a mo' di sciatore con i piedi a terra e il culo appoggiato sul telaio.
Finalmente all’altezza del bivio della strada che scende a Lentiai finisce l'inferno. Ci fermiamo al sole per ricompattarci e intanto mi guardo in giro e vedo le prime avvisaglie di ciò che ci aspetta; a parte il ghiaccio, oramai le chiazze innevate si fanno sempre più grandi ... cavoli, ma se dal basso non si vede niente! ...bah,  cric crac croc ... si spezza il ghiaccio al passaggio delle ruote grasse mentre si sale sempre più su … la strada si fa totalmente imbiancata ... saranno una trentina di centimetri, con due binari compattati dal passaggio degli automezzi diretti alla Malga che più si sale e più si fanno più profondi ... c’è la farò a restare in sella?? Riesco a percorrerla per l'80 % senza sgommare, cercando di essere il più rotondo possibile, ma ogni minima deragliamento fuori dai binari è fatale, obbligandomi al piede a terra. Incontro un gruppetto di camminatori della domenica con due splendidi cagnoni che mi intimoriscono un po’, specie quando all’improvviso sento un GRRREEEE e mi vedo un simpatico esemplare adulto di pastore tedesco di colore nero alle calcagna.
Finalmente passando un incredibile piastrone di ghiaccio arrivo ai 1500 e passa metri della Malga Mariech.
Sui tavoli della malga, chiusa nel periodo invernale, a fare pic nic a pane e salame, tre escursionisti che accortosi che il sottoscritto era in fase di ibernamento avanzato si sono prodigati ad offrirmi un bel the caldo e un bel paninone (quest'ultimo rifiutato per cortesia). Mi levo lo zaino dalle spalle e in fretta e furia  cerco di cambiarmi, ma con le mani che mi fanno un male boia proprio non riesco a tirar giù la zip, tant’è che devo chiedere aiuto agli escursionisti ...  

ATTO QUARTO: LA DISCESA
Oramai è giunta l’ora di scendere dai -2°C del Cesen verso temperature più miti ... prima su strada asfaltata poi prendiamo sulla sinistra un bel sentiero tipo quello delle due rocche, per uscire sul sentiero più largo che sale da Ron. Scendiamo ... forse ... esageratamente veloci: gomiti ben larghi per essere più dinamico e costringerti a non irrigidirti sull'anteriore quando incomincia a sbandare a destra e manca, feel smooth ... sciolto , armonico , lascia che il posteriore faccia quello che vuole tanto lo recuperi e via con il  gas!!!  azzzzzzz, prendo un sasso che mio cugino a ruota afferma di essere stato di dimensioni gigantesche e che sbatocchia giusto sui raggi … riazzzzzzzzz avrò rotto di nuovo le XT? … e si, diagnosi: ruota imberlata e raggio storto … ancora lavoro per Zanella.

MORALE DELLA FAVOLA
Come al solito (era già successo altre volte) la decisione presa è stata quella giusta ... e a parte pollice e indice della mano sinistra ancora indolenziti, e ruota posteriore da risistemare, alla fin fine il piacere di pedalare in compagnia è stato più forte di tutte le avversità, me lo ricorderò alla prossima diatriba internos.

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