rotto raggio xt
Problemi meccanici di inizio anno.
Tutto ha inizio sabato, dove in una discesa a fondo sassoso da downhill hard, la ruota shimano xt posteriore cede le armi. Prendo l'accaduto con flem inglese: è la giusta occasione per rispolverare dopo ben 2 mesi la bdc e per provare la ruota con il PT.
Passo così il lunedi pomeriggio bazzicando in bdc tra un negozio di bici e l'altro alla ricerca invana di un introvabile raggio da sostituire. Il mio flem svanisce e si trasforma in vera incaxxatura quando anche la ruota con il PT inizia a dare problemi: sembra che dopo neanche un'oretta il computerino perda la connessione con il PT, per poi tornare a dare segnali di vita quando oramai la bici è già parcheggiata sul garage di casa ... boh, speriamo ben!
Ieri riparto a cavallo della bdc in direzione Pederobba, dove finalmente si conclude positivamente l'annosa ricerca del raggio dal meccanico Zanella, che desidero ringraziare pubblicamente per la cortesia e l'onesta dimostrata: nel suo negozietto si respira la stessa aria che si respirava nella stanzetta del compianto Ciano.
Oggi finalmente l'ultimo atto con il ritorno da Zanella che mi sistema la ruota e che mi augura di non rompere più raggi visto il tempo tecnico che le shimano xt richiedono per la sostituzione.
Mentre nelle mie zone c'era un po' di nebbia, la pedemontana nel primo pomeriggio era baciata da un sole splendente, quindi quale occasione migliore per mettere subito alla frusta la ruota in qualche sterrato della zona.
Inforco cosi la mtb e prendo la strada pedemontana alta in direzione Pederobba - Possagno, per poi alla prima rotonda girare sulla destra. Qui dopo 1km di salita abbordabile gli amanti delle scalate estreme possono trovare pendenze per le loro gambe prendendo sulla destra la strada con indicazione osteria Monfenera (o qualcosa di simile), che sbuca sulla strada principale che da Pederobba sale alla Monfenera e poi salendo ancora giunge al Monte Tomba fino a giungere alla cima del Grappa (strada delle malghe).
Conoscendola ho preferisco evitarla e piuttosto esplorare nuove vie di scalata e così prendo qualche centinaia di metri prima sulla destra una strada che sale sterrata. Nella prima parte salgo su fondo buono e ben tenuto, su strappi che in alcuni tratti mi fanno sbuffare non poco, poi invece le pendenze nella seconda parte si addolciscono. Sbuco a metà Monfenera un po' prima della salita da scalatori puri di cui ho parlato prima, dove svolto a sinistra per proseguire ancora in salita sulla strada asfaltata che sale al Monfenera.
Poco prima della fine del bosco giro sulla destra su sentiero in discesa segnalato da un cartello come TV1. Nella prima parte che si conclude nei pressi di una una malga la strada è carrabile anche con gip, ma una volta lasciata la malga sulla destra il sipario cambia e mi avventuro in un breve pezzo hard trek assai divertente.
Giunto ad un bivio seguo le indicazioni sempre per il sentiero TV1. La mulattiera ora si fa hard trek very hard, a differenza di quello precedente questa volta c'è l'aggiunta della complicazione roccia viva, e credetemi, su questo fondo non è un gran scendere.
Infatti dopo aver percorso qualche centinaia di metri, e dopo varie chiusere di c.... , mi sorgono i primi dubbi sul da farsi, anche se il fondo segnato da quelle che sembrano a prima vista delle ruotate, poi rivelatesi invece delle scarpate di camminatori, mi convincono a proseguire sfidando l'impossibile.
Scendendo la discesa si fa sempre più ripida e il fondo si fa sempre più sconnesso e roccioso, non certamente adatto per la mtb e forse nemmeno per la downhill.
Morale mi sciroppo metà mulattiera a piedi, e già di per sè è stato un pericolo, fino a sbucare su una malga dove finalmente nell'ultimo breve tratto il fondo ri-diventa percorribile.
Con mia sorpresa scopro che il TV1 esce dalle parti del Guerriero, sulla strada che dalla rotonda sulla Feltrina porta ad Alano di Piave.
Sono le 16.15 quando ritorno a Pederobba, ma non contento prendo una bella stradina inizialmente asfaltata che sale alla casa di riposo, ma che dopo addentrandosi nel bosco si fa sterato. In alcuni tratti le pendenze mi fanno sbuffare, anche se sono rese meno impegnative dal fondo che si mantiene sembre buono.
Ri-morale sbuco nuovamente sulla strada asfaltata della Monfenera, questa volta però un po' più basso.
Consigliato dal cielo che si fa sempre più buio e nebbioso, prendo la strada in discesa, e nel scendere, tanto per (non) cambiare, mi avventuro in alcuni sentieri, o meglio non sentieri, visto che per uscire dal bosco devo saltare un recinto e passare per il cortile di una casa ... per fortuna che ho trovato il cancello aperto!!!
Tutto ha inizio sabato, dove in una discesa a fondo sassoso da downhill hard, la ruota shimano xt posteriore cede le armi. Prendo l'accaduto con flem inglese: è la giusta occasione per rispolverare dopo ben 2 mesi la bdc e per provare la ruota con il PT.
Passo così il lunedi pomeriggio bazzicando in bdc tra un negozio di bici e l'altro alla ricerca invana di un introvabile raggio da sostituire. Il mio flem svanisce e si trasforma in vera incaxxatura quando anche la ruota con il PT inizia a dare problemi: sembra che dopo neanche un'oretta il computerino perda la connessione con il PT, per poi tornare a dare segnali di vita quando oramai la bici è già parcheggiata sul garage di casa ... boh, speriamo ben!
Ieri riparto a cavallo della bdc in direzione Pederobba, dove finalmente si conclude positivamente l'annosa ricerca del raggio dal meccanico Zanella, che desidero ringraziare pubblicamente per la cortesia e l'onesta dimostrata: nel suo negozietto si respira la stessa aria che si respirava nella stanzetta del compianto Ciano.
Oggi finalmente l'ultimo atto con il ritorno da Zanella che mi sistema la ruota e che mi augura di non rompere più raggi visto il tempo tecnico che le shimano xt richiedono per la sostituzione.
Mentre nelle mie zone c'era un po' di nebbia, la pedemontana nel primo pomeriggio era baciata da un sole splendente, quindi quale occasione migliore per mettere subito alla frusta la ruota in qualche sterrato della zona.
Inforco cosi la mtb e prendo la strada pedemontana alta in direzione Pederobba - Possagno, per poi alla prima rotonda girare sulla destra. Qui dopo 1km di salita abbordabile gli amanti delle scalate estreme possono trovare pendenze per le loro gambe prendendo sulla destra la strada con indicazione osteria Monfenera (o qualcosa di simile), che sbuca sulla strada principale che da Pederobba sale alla Monfenera e poi salendo ancora giunge al Monte Tomba fino a giungere alla cima del Grappa (strada delle malghe).
Conoscendola ho preferisco evitarla e piuttosto esplorare nuove vie di scalata e così prendo qualche centinaia di metri prima sulla destra una strada che sale sterrata. Nella prima parte salgo su fondo buono e ben tenuto, su strappi che in alcuni tratti mi fanno sbuffare non poco, poi invece le pendenze nella seconda parte si addolciscono. Sbuco a metà Monfenera un po' prima della salita da scalatori puri di cui ho parlato prima, dove svolto a sinistra per proseguire ancora in salita sulla strada asfaltata che sale al Monfenera.
Poco prima della fine del bosco giro sulla destra su sentiero in discesa segnalato da un cartello come TV1. Nella prima parte che si conclude nei pressi di una una malga la strada è carrabile anche con gip, ma una volta lasciata la malga sulla destra il sipario cambia e mi avventuro in un breve pezzo hard trek assai divertente.
Giunto ad un bivio seguo le indicazioni sempre per il sentiero TV1. La mulattiera ora si fa hard trek very hard, a differenza di quello precedente questa volta c'è l'aggiunta della complicazione roccia viva, e credetemi, su questo fondo non è un gran scendere.
Infatti dopo aver percorso qualche centinaia di metri, e dopo varie chiusere di c.... , mi sorgono i primi dubbi sul da farsi, anche se il fondo segnato da quelle che sembrano a prima vista delle ruotate, poi rivelatesi invece delle scarpate di camminatori, mi convincono a proseguire sfidando l'impossibile.
Scendendo la discesa si fa sempre più ripida e il fondo si fa sempre più sconnesso e roccioso, non certamente adatto per la mtb e forse nemmeno per la downhill.
Morale mi sciroppo metà mulattiera a piedi, e già di per sè è stato un pericolo, fino a sbucare su una malga dove finalmente nell'ultimo breve tratto il fondo ri-diventa percorribile.
Con mia sorpresa scopro che il TV1 esce dalle parti del Guerriero, sulla strada che dalla rotonda sulla Feltrina porta ad Alano di Piave.
Sono le 16.15 quando ritorno a Pederobba, ma non contento prendo una bella stradina inizialmente asfaltata che sale alla casa di riposo, ma che dopo addentrandosi nel bosco si fa sterato. In alcuni tratti le pendenze mi fanno sbuffare, anche se sono rese meno impegnative dal fondo che si mantiene sembre buono.
Ri-morale sbuco nuovamente sulla strada asfaltata della Monfenera, questa volta però un po' più basso.
Consigliato dal cielo che si fa sempre più buio e nebbioso, prendo la strada in discesa, e nel scendere, tanto per (non) cambiare, mi avventuro in alcuni sentieri, o meglio non sentieri, visto che per uscire dal bosco devo saltare un recinto e passare per il cortile di una casa ... per fortuna che ho trovato il cancello aperto!!!
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