campioni = doping ?
Report dei casi più illustri coinvolti in faccende doping.
L'ultimo su tutti il caso Lance Armstrong. Dopo essersi visto respingere l'ennesimo ricorso contro l'Usada, l'Agenzia Anti-Doping americana, Lance Armstrong ha deciso di gettare la spugna: pur proclamandosi sempre innocente, rinuncerà a difendersi dalle accuse che gli sono rivolte. La prima conseguenza della sua scelta è che il direttore dell'Usada, Travis Tygart, ha annunciato la revoca di tutti i titoli conquistati in carriera dal quasi 41enne ciclista texano, compresi i sette Tour de France (record assoluto). Su tale decisione si profila però una ’guerra', visto che l’Agenzia mondiale antidoping (Ama) appoggia la scelta dell’Usada, che ha competenza solo negli Usa, mentre l’Unione ciclistica internazionale (Uci) frena, sostenendo che in mancanza di un processo aspetta «decisioni motivate». Il Tour de France «attende le scelte delle istanze competenti». Attendiamo ...
E poi ... Alberto Contador come Riccardo Riccò, Tyler Hamilton, Steven Rooks, Alejandro Valverde
e tanti, tantissimi altri. Due anni di
squalifica per doping e subito tornato vincente alla Vuelta di Spagna 2012, davanti un certo Valverde anche lui tornato quest'anno dopo la squalifica doping e probabilmente al corridore più forte del 2012 Purito Rodriguez (lui mai indagato!).
Colpa dell’assunzione di clenbuterolo, una sostanza che compare nell’elenco delle molecole proibite dalla Wada, l’agenzia mondiale antidoping.
Colpa dell’assunzione di clenbuterolo, una sostanza che compare nell’elenco delle molecole proibite dalla Wada, l’agenzia mondiale antidoping.
Lui,
Contador, ha sempre sostenuto di aver consumato una bistecca di bovino
infetta. Ma il Tas non gli ha creduto ed ha applicato nei suoi confronti
la massima pena prevista. Il ciclista spagnolo tornerà in pista dal
prossimo mese di agosto, perché la sospensione ha inizio da quando
l’illecito viene riscontrato. E per Contador si parla del luglio 2010,
nel pieno del Tour de France che lui vinse. Come lui, tantissimi. Ecco
un elenco dei casi più noti. Difficile pensare che non ci sarà
un’appendice.
Djamolidine Abdoujaparov, Uzbekistan.
Principali successi in carriera: classifica a punti Tour de France
(1991, 1993, 1994), classifica a punti Vuelta a Espana (1992),
classifica a punti Giro d’Italia e intergiro (1994). Squalificato per
due anni nel 1997.
Igor Astarloa, Spagna. Campione del
mondo in linea nel 2003. Licenziato dal suo team nel 2008 dopo la prima
tappa del Giro d’Italia per “valori sanguinei irregolari”.
Ivan Basso,
Italia. Principali successi in carriera: mondiali in linea Under 23
(1998), due Giri d’Italia (2006 e 2010). Nel giugno 2006, estromesso dal
Tour de France per lo scandalo legato all’Operacion Puerto. Nel 2007
ammette di aver provato pratiche dopanti (autoemotrasfusione) e inizia a
collaborare con la procura antidoping del Coni. Nel giugno 2007 viene
squalificato per due anni dalla Federciclismo.
Joseba Beloki,
Spagna. Principali successi in carriera: 2° al Tour de France 2002, 3°
al Tour de France 2000 e 2001, e alla Vuelta a Espana 2002. Conclude la
carriera nel 2006 dopo essere stato coinvolto nell’Operacion Puerto.
Evgenij Berzin,
Russia. Campione del mondo in linea a squadre nel 1998 e 1990.
Vincitore del Giro d’Italia 1994 e della Liegi-Bastogne-Liegi dello
stesso anno. Viene accusato di aver fatto uso di eritropoietina (Epo).
Quindi viene escluso dal Giro d’Italia nel 2000 per ematocrito alto.
Oscar Camenzind,
Svizzera. Campione del mondo in linea nel 1998, vincitore della
Liegi-Bastogne-Liegi nel 2001 e del Giro di Lombardia nel 1998. Nel 2004
viene trovato positivo all’Epo e poco dopo annuncia il suo ritiro,
ammettendo pubblicamente le sue colpe.
Danilo Di Luca,
Italia. Vincitore del Giro d’Italia nel 2007, ma anche della
Liegi-Bastogne-Liegi nel 2007 e del Giro di Lombardia nel 2001. Positivo
al Cera durante il Giro d’Italia del 2009, viene squalificato nel
febbraio 2010 per due anni dal tribunale antidoping del Coni. E’ tornato
a correre nell’ottobre dello stesso anno.
Giorgio Furlan,
Italia. Vincitore della Milano-Sanremo nel 1994. Nel gennaio 2000, a
carriera conclusa, viene deferito dal Coni per doping ematico.
Stefano Garzelli,
Italia. Vincitore del Giro d’Italia 2000. Trovato non negativo ad un
diuretico, il Probenecid, nel 2002, nel corso della classica
Liegi-Bastogne-Liegi, viene squalificato per 11 mesi per responsabilità
oggettiva. Per lui, probabile inquinamento alimentare.
Walter Godefroot,
Belgio. Vincitore di due Giri delle Fiandre (1968 e 1978), di una
Parigi-Roubaix (1969) e di una Liegi-Bastogne-Liegi (1967). Fu
squalificato tre volte in carriera per doping. Sia come ciclista, sia
come dirigente di team.
Aitor Gonzalez, Spagna. Vincitore
della Vuelta a Espana nel 2002. Sospeso per due anni nel 2006 per uso di
sostanze illecite. Si ritira poco dopo.
Tyler Hamilton,
Stati Uniti. Vincitore della medaglia d’oro ai Giochi olimpici di Atene
nel 2004, secondo al Giro d’Italia del 2002. Risulta essere il primo
ciclista ad essere stato trovato positivo ad un’emotrasfusione.
Squalificato per due anni, fino al 2006. Il ritiro arriva nel 2009. Ora, per fini commerciali confessa: suo il libro "The secret race" in cui svela in dettaglio le "questioni" doping di Armstrong quando era il suo capitano nel team US Postal. Il comitato olimpico internazionale ad inizio di agosto 2012 gli toglie ufficialmente la medaglia d'oro di Atene 2004.
Roberto Heras,
Spagna. Vincitore di tre edizioni della Vuelta a Espana (2000, 2003 e
2004). Primo nella classifica finale anche della Vuelta 2005, viene
squalificato poco dopo per due anni dall’Unione Ciclistica
Internazionale. L’ultimo titolo gli viene revocato.
Floyd Landis,
Stati Uniti. Vincitore del Tour de France 2006, fu squalificato per due
anni e perse la maglia gialla, che lasciò a Oscar Pereiro. Per anni si
professa innocente. Poi, nell’aprile 2010 scrive una lettera ai vertici
del ciclismo Usa e ammette l’uso di sostanze proibite.
Johan Museeuw,
Belgio. Vincitore di tre edizioni del Giro delle Fiandre (1993, 1995 e
1998), di tre edizioni della Parigi-Roubaix (1996, 2000 e 2002) e del
mondiale in linea nel 1996. Nel 2004 viene squalificato per due anni
dalla Federciclismo belga a causa del suo coinvolgimento in un’indagine
sul traffico di sostanze dopanti. Nel 2007, l’ammissione.
Marco Pantani,
Italia. Vincitore del Giro d’Italia nel 1998 e del Tour de France nello
stesso anno. Escluso dal Giro del 1999 a seguito di un alto valore
dell’ematocrito, cade nella depressione che lo porta alla morte nel
2004. Non viene mai squalificato ufficialmente per doping, ma la stampa
non crede alla sua buonafede.
Alessandro Petacchi, Italia.
Vincitore della classifica a punti del Giro d’Italia nel 2004, della
Vuelta a Espana nel 2005 e del Tour de France 2010. Primo alla
Milano-Sanremo del 2005. Durante il Giro d’Italia del 2007 viene trovato
positivo al salbutamolo e viene messo fuori squadra. Nel luglio dello
stesso anno viene però prosciolto da tutte le accuse per buona fede. Tre
anni più tardi, riceve un avviso di garanzia per l’utilizzo di sostanze
dopanti.
Davide Rebellin, Italia. Vincitore della
Liegi-Bastogne-Liegi nel 2004 e dei Giochi del Mediterraneo del 1991. Il
28 aprile 2009 viene trovato positivo al Cera durante i Giochi olimpici
di Pechino e la sua medaglia d’argento viene revocata. Nel luglio 2010
il Tas conferma la sentenza del Coni.
Riccardo Riccò,
Italia. Secondo al Giro d’Italia del 2008. Viene fermato al Tour de
France dello stesso anno per una notifica di positività al Cera. La
Saunier Duval, il team per il quale correva, licenzia sia lui sia il suo
compagno di stanza Leonardo Piepoli. Riccò confessa le proprie
responsabilità. Nel febbraio 2011 viene ricoverato in ospedale a causa
di un malore, dovuto probabilmente ad un’emotrasfusione.
Bjarne Riis,
Danimarca. Vincitore del Tour de France 1996. Nel maggio 2007, nel
corso di una conferenza stampa da lui stesso convocata, ammette di aver
fatto uso di doping durante la sua carriera. E’ dal 2009 il direttore
sportivo-allenatore del team Saxo Bank.
Steven Rooks,
Olanda. Vincitore di una Liegi-Bastogne-Liegi (1983), secondo al Tour de
France del 1988. Ospite di un programma televisivo nel 1999, dichiara
pubblicamente di aver fatto uso di testosterone e anfetamine durante i
tredici anni di carriera.
Michele Scarponi, Italia. Secondo
nel Giro d’Italia 2011, con la squalifica di Contador potrebbe ricevere
il titolo revocato allo spagnolo. Coinvolto nell’Operacion Puerto,
viene squalificato nel luglio 2007 per 18 mesi dalla Commissione
disciplinare della Federciclismo per violazione dell’articolo 2.2 del
codice Wada.
Tom Simpson, Inghilterra. Campione del mondo
in linea nel 1965, di un Giro delle Fiandre, di una Milano-Sanremo e di
un Giro di Lombardia. E’ considerato una delle prime vittime del doping.
Viene infatti stroncato da un infarto nel corso del Tour de France
1967, causato probabilmente dall’uso di anfetamine.
Jan Ullrich,
Germania. Vincitore del Tour de France del 1997 e della Vuelta a Espana
del 1999, ma anche medaglia d’oro a Sydney nel 2000. Squalificato fino
al marzo del 2003 per essere stato trovato positivo alle anfetamine,
viene implicato tre anni più tardi nell’Operacion Puerto. Nel febbraio
2007 annuncia il ritiro dall’attività agonistica.
Alejandro Valverde,
Spagna. Vincitore di una Vuelta a Espana (2009). Il 1° aprile 2009 il
ciclista viene deferito dalla Procura antidoping del Coni, che ne chiede
la squalifica per le gare in territorio italiano per due anni. E’
coinvolto dall’Operacion Puerto. Nel maggio del 2010, il Tas di Losanna
conferma la sospensione.
Aleksandr Vinokurov, Kazakistan.
Vincitore della Vuelta a Espana 2006 e di due edizioni della
Liegi-Bastogne-Liegi. Nel luglio 2007 viene accusato di aver fatto una
trasfusione di sangue per migliorare le sue prestazioni. Poco dopo, il
ciclista annuncia il ritiro dalle corse.
Alex Zülle,
Svizzera. Vincitore della Vuelta a Espana nel 1996 e nel 1997, medaglia
d’oro ai mondiali di Lugano del 1996 (cronometro). Nel 1998 ammette di
aver fatto uso di Epo e viene squalificato dalla Federciclismo svizzera
per otto mesi.
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