mercoledì 17 aprile 2013

ancora Manetta

Ode ai Manetta


Sempre all'attacco 
Sempre menate al limite
Sempre fuorisoglia
Sempre a limare
Sempre sulle ruote
 
Una Gang, una Posse
Una compagnia di ossessionati

Usciti direttamente da una sceneggiatura di Giorgio Scerbanenco o dal manifesto per il futurismo di Tommaso Marinetti. Scegliete voi. Fatto sta che li amo maledettamente

Milano Manetta.
La nuova ligera che mette a sconquasso il Gratosoglio, dalla Conca Fallata ai Navigli Pavesi. Il terrore degli abitanti del loco. Un'orda tribale di indios creativi dal pedale facile che due volte alla settimana fa scorribande, saccheggiando come Unni, l'asfalto ed il duro pavè che ci circondano.
Un drappello di cavalieri maledetti che vagano al ritmo dell'ultrasuono. Il sottoscritto credo li puo' solo veder passare. Al momento. Ma il richiamo e' forte. Il fascino conturbante.

Essere un Milano Manetta equivale a essere iniziato a una gang di Los Angeles.
Appuntamenti fissi, cadenzati, orari precisi, luoghi prestabiliti.
Richiami al proprio rischio e pericolo, ripetuti.
Partenza col gas aperto, fino all'asfissia, dal primo colpo di pedale, fino allo stremo della volata finale.
Poi tutti a casa o in ufficio come niente fosse.
Anonimi cittadini perbene.
Anime maledette strappate alla sana sedentarieta' urbana.
50, a volte 80 pedalatori folli, avvoltoi dell'asfalto. Passano, bocche aperte, pancia a terra, piega bassa , e si dileguano. Come un gruppo di banditi in un western di Sergio Leone. Ammalati delle proprie endorfine, incapaci di intendere e volere altra forma di pedalata che non sia l'ultravelocita'. Solo la velocita, allo stremo, fino all'asfissia.
Alla ricerca della cadenza perfetta come un surfista cerca l'onda piu' alta.
Improbabili e pericolose pedalate all'imbrunire fino a notte fonda. A perdizione. Là dove nessuno fa domande e non guarda troppo a lungo negli occhi. Darkness in the edge of town.

Eroi futuristi, con il mito della pipa e del reggisella integrato.
Il 12 rovente, sempre, che sfiamma su una lightweight ad alto profilo.
Il rumore del vento che frulla sulla presa bassa. Gli sguardi in trance, da killer spietati. I pignoni ancora fumanti, una volta scesi dalle belve.
Milano Manetta questo ed altro. La ricerca del trance in sella ad una specialissima.

Una nuova forma di letteratura suburbana.
Il CiclistaPericoloso non puo' che renderle onore.


Mi piacciono sti Manetta.


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