Lance Armstrong: fine della corsa.

L'UCI ha deciso, e a Ginevra per voce del proprio presidente Pat McQuaid, annuncia la decisione in relazione al caso del ciclista statunitense: "Non ha più posto nel ciclismo". La radiazione comporta la revoca delle vittorie conquistate.

I sette titoli al Tour non verranno riassegnati, decisione sensata dato chi più chi meno i corridori giunti al secondo posto hanno tutti avuto qualche problemino con il doping. L'avevano già fatto con Bjarne Riis, che confessò: "Ho preso l'EPO al Tour del 1996. Se volete la mia maglia venite a prenderla nell'armadio", ma dopo un anno il suo nome riapparve magicamente negli album d'oro.

Su questa scabrosa vicenda, alcune domande sorgono spontanee. Il Texano è stato sottoposto nella sua carriera a cinquecento controlli, possibile che non sia mai risultato positivo? Viene da pensare che qualche falla nel sistema dei controlli ci fosse e probabilmente, come del resto già se ne parla, anche qualche talpa.

Il 'cowboy',  già radiato dall'agenzia antidoping statunitense (Usada), nel frattempo viene abbandonato dagli sponsor storici, Nike e Trek tra tutti, perdendo tra i dieci e quindici milioni di dollari l'anno.

Tanti soldi e questo gli fa onore, anche per la fondazione 'Livestrong' voluta da Armstrong nel 2003 dopo aver sconfitto un tumore ai testicoli, per aiutare le vittime del cancro. Solo con i braccialetti di colore giallo targati 'Livestrong', brand lanciato nel maggio 2004, ha raccolto più di 500 milioni di dollari. Speriamo che non sparisca come i titoli conquistati dal texano.

Insomma, come ha dichiarato qualche giorno fa l'ex atleta: "Nella mia vita ho trascorso giorni migliori". E aggiunge: "Le ultime due settimane sono state interessanti, sono state due settimane difficili per me, per la mia famiglia, per i miei amici, per questa fondazione. Molti mi hanno chiesto 'come stai?' e io ogni volta ho risposto: 'Sono stato meglio, ma sono anche stato peggio'''.