lunedì 6 giugno 2011

gara: GF Damiano Cunego 2011

pacco gara
Nessun dato disponibile, dato che sono sempre stato talmente 'ingarellato' sulla bici che ho dimenticato di accendere il suunto e quando me ne sono ricordato le condizioni di gara me l'hanno sconsigliato.
Parto alle 6:00, traffico inesistente e quindi in un oretta e un quarto ho già la macchina sul parcheggio dello stadio Bentegodi.
Ritiro il pacca gara e alle 8.00 sono già pronto. Giretto propedeutico per controllare se sabato il meccanico (non il solito) mi ha sistemato il cambio a dovere, e mi accorgo che con il 21-23-25 la catena sfrega sul deragliatore. Fortuna mia che Cunego si è portato dietro il "SIGNOR" Pengo, meccanico Lampre, che in due minuti me l'ho sistema per bene, il tutto documentato da foto fatta da un giornalista del mensile CicloTurismo. Alle 9 viene dato il via. Primo tratto a velocità controllata (per i primissimi) dietro invece sono assatanati per cercare di recuperare posizioni. Il centro città sembra assalito da 4000 cavallette impazzite, non ci sono regole, tutti passano da per tutto.
A Montorto, fuori Verona, la partenza ufficiale, dove il restringimento della sede stradale fa si che le posizioni in gruppo si assestino.
Per il primo controllo chip occorre aspettare le rampe che portano ad Erbezzo: salita cronometrata di 15 km con primo tratto abbastanza tosto, poi un km più impegnativo e il finale più soft, intervallato anche da qualche tratto di pianura.
Già nelle prime rampe mi rendo conto che le gambe non girano (a dire il vero l'avevo capito anche prima), così decido di non forzare più di tanto, anche se nonostante le precauzioni del caso, nel tratto più impegnativo, per dirla alla Cassani, "non andavo più su, sembravo un parracarro!!!". Solo quando la strada spiana riesco a rifiatare e tenere le ruote di quelli che mi precedono. Poi come al solito nel finale di salita mi riprendo
(...ma porca troia!!!....), tant'è che nell'ultimo tratto impegnativo prima dello scollinamento, 1km al 10%, mi avvantaggio.
Fine salita e fine tratto cronometrato. La vista si apre e riesco ad intravedere due gruppetti: il primo più scarno (5-6), il secondo più nutrito (una ventina). Nei mangia e bevi successivi mi metto davanti per tentare di ricucire: sul primo gruppeto chiudere mi riesce facile, tant'è che una volta raggiunti rifiato un attimo e come un segugio mi metto all'inseguimento della seconda preda.
Inizia una salitella, due chilometri che affronto in testa con il padellone ad un andatura che evidentemente fa male, poichè dopo un po' mi volto e vedo il vuoto più assoluto. Visivamente allo scollinamento mi rendo conto che il distacco su quelli davanti è dimezzato, ciò mi da morale, anche se ormai il prolungarsi dello sforzo ed i successivi continui su e giù, rischiano di rendere il riaggancio un impresa alla Eddy Merckx . Li tengo comunque a vista per km, ma non riesco a guadagnare, mi rendo conto che solo la scia di qualche auto o moto può rendere il riaggancio possibile, ma evidentemente quando servono ....... Non demordo, più che con la testa che con le gambe, ma nell'ultima salitella prima della discesa 'vera' l'acido l'attico strilla alla testa game over ...caput ...basta, le tue gambe non ne possono più!!!! 
Come un invertebrato (con tutto rispetto per gli invertebrati) mi trascino allo scollinamento, dove mi raggiungono quelli dietro. Subito non c'è accordo e ben presto in un lungo rettilineo la non vista del gruppo davanti mi fa capire che non davanti li raggiungieremo più.
Ora è discesa per un bel po' di km, inizialmente bella larga poi più tecnica, seguita da un paio di km di salitella non dura, ma che però, con le gambe in croce mi mette in difficoltà, tant'è che mi stacco un po' convinto di rientrare facilmente, ma invece nella breve discesa e nel successivo crinale sottovento, tutti menano a mille (ma no lo potevano fare prima!?) e per rientrare è un altra frustata alle gambe.
Inizia l'ultima discesa. La strada è bella larga e l'unica difficoltà è stare attenti al traffico(!). Arrivati a valle mancano ancora una decina di km all'arrivo: c'è chi tenta la fuga, chi si affanna ad inseguire, chi fa di tutto per non perdere posizioni per lanciarsi nella volata finale, insomma è corsa vera. Ma c'è anche chi, come me, si disinteressa di tutto e sta in fondo al gruppetto attento ai pericoli del traffico semi-aperto (e si che si lottava per il 50° posto a 10 min dai primi).
L'arrivo dopo una curva secca a destra in 63° posizione.
Conclusioni:
- Partecipai alla Cunego nell'edizione del 2009 e rimasi positivamente sorpreso dall'organizzazione. Oggi probabilmente la gf paga lo scotto dei grandi numeri che un centro città come Verona non riesce a sostenere.
- Dopo le cattive sensazioni della settimana (gran mal di gambe) evidentemente non potevo aspettarmi un granchè, anche se mi rimane il rammarico di non essere riuscito ad agganciare il gruppo davanti arrivato a due minuti, almeno potevo giocarmi il 35° posto.
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2 commenti:

Ivana 6 giugno 2011 alle ore 18:17  

Ciao Matteo!Ho letto ora sul tuo bolog della gara!Beh complimenti!!!! Non dev'essere stato assolutamente facile con quella schiera di 4000 ciclisti! Sara, sarà sicuramente orgogliosa!
E poi hai fatto sistemare il cambio da Pengo, meglio di lui non potevi trovare nessuno!

mastokbike 7 giugno 2011 alle ore 08:37  

Non è stata una gran prestazione, anzi tutt'altro
bye

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