Bici a dicembre
L'aria è fredda ma gradevole. La strada è asciutta e il cielo, nonostante la stagione di pieno inverno, è d'un azzurro che incanta. Un azzurro freddo ma bellissimo anche se il sole sembra attraversarlo senza spandere calore. Il paesaggio annuncia l'inverno: i colori dei boschi propongono infinite gradazioni del ruggine mescolato al verde in un quadro dominato da alberi già spogli. Difficile alla voglia di uscire in bici con tutta la bardatura del caso. Il corredo è ricco e la sperimentazione è un piacere sognato nei giorni della pioggia e del vento. Una sorta di concessione al "vizio", sicche il piacere è ancora più grande, la coscienza è in pace.
Queste sono le uscite invernali, rubate all'annunciato riposo. Un giorno, una volta, due o tre ore: il richiamo della strada è irresistibile e queste, per l'appunto sono le uscite che hanno una particolare connotazione. Sono uguali per tutti poichè tutti le realizzano col solo piacere d'andare.
Nessuna concessione alla preparazione, nessuna idea in testa per l'allenamento: soltanto il piacere di salire sulla bici, e andare con una straordinaria, totale predisposizione a godere dell'intimo piacere che nel quadro naturale,nonostante il freddo molto acuto e un'aria che taglia in due la faccia, subito si crea.
Tutti uguali in questo contesto i ciclisti.
Tutti con lo stesso piacere d'andare e una forte capacità d'entrare di più nelle voci d'uno splendido concerto naturale.
Allora si pedala senza forzare. Si guarda con più attenzione del solito, si ascoltano tanti piccoli rumori che appartengono ai boschi e alle piccole creature che li abitano, ci si emoziona se un fagiano colorato si pone improvvisamente su un muretto che cinge un campo, si annusano odori che sono la testimonianza d'una vita che si manifesta solo attraverso intimi messaggi destinati ai pensieri.
Andare in bici in un fortunato giorno di questo mese di dicembre, è come riscoprire un poco i momenti di un'età passata, l'emozione delle prime volte in bici. È come toccare con mano il sogno nato col possesso di una biciclietta. Ed è come far rinascere all'improvviso quella passione che sulla strada asciutta ma fredda d'un itinerario che riga le campagne, sormonta le colline e si tuffa nei boschi, fu la prima scintilla di un grande incendio d'amore.
E soprattutto, andando in bici di questi tempi, senza assilli e solo per il desiderio d'andare pedalando, si riscoprono i pensieri, la voglia di vibrare interiormente d'intima gioia sentendo l'intensa presenza forte della natura dentro di noi.
Un'emozione più grande e più importante la si prova se per la prima volta accanto a noi pedala un ragazzino appena conquistato dal sogno. La sua bicicletta nuova. L'emozione del viaggio affrontato in compagnia, con la guida sicura d'un padre, la certezza d'andare in una realtà senza pericoli e senza tradimenti. Una sosta. L'arrivo sulla cima d'una collina nel borgo inesplorato. Che promette un caffè o un bicchiere d'aranciata. Un campanile e il profumo diffuso del pane caldo appena posto nella rustica bottega d'un fornaio di paese. Nasce così una sintonia che per il giovanissimo ciclista appena conquistato sarà un piccolo capitale nella vita, deposto nell'archivio dei ricordi.
Non è un caso che noi si unisca l'intimo piacere di una uscita all'invito a trainare con sè un ragazzino, non tanto per dare al ciclismo un appassionato in più ma per dare al ragazzino il bene d'una esperienza che ha il sapore antico della fatica, della conquista dell'avventura, della libertà.
Sono valori importanti dei quali ormai nessuno si preoccupa e per questo i ragazzi, in bande sempre più abbandonate, si trovano nei labirinti d'emozioni artificiali che li condannano. Le cronache sono piene e nessuno sa trovare soluzioni opportune salvo chi torna a regole antiche, consuetudini semplici e abbandonate che rappresentano, invece, il piacere d'esperienze che accendono facilmente la fantasia dei ragazzi e gli restituiscono un contatto forte con la natura della quale, nella vita di oggi non conoscono nulla.
La bicicletta diventa così un veicolo di grande cultura, di forte integrazione tra gli adulti e i più giovani, di scoperta e di passione. Quella passione che in questo tempo d'inverno, in un giorno asciutto e di cielo azzurro, anche se reso glaciale dalla stagione ingrata, mette in moto i pensieri e i sogni di tutti coloro che sui pedali della bicicletta, con una semplice uscita di piacere, sanno ritrovare l'eterno amore che lega l'uomo alle voci dei boschi, ai profili delle colline, ai profumi dei borghi, ai pensieri che vanno e vengono in uno stato ideale d'intima felicità dentro di noi.
Questo non è solo sport. È anche cultura. È solidarietà. È passione forte che coinvolge l'uomo e le sue storie quotidiane, cioè gli argomenti e i sentimenti di cui si colmano i taccuini e le pagine della vita sui pedali d'una bici.
... articolo, tratto dalla Rivista Cicloturimo del mese di dicembre 2007.
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